Cari Syskrackiani,
ci avete scritto in tanti segnalandoci dello splendido intervento di stampa 3D per i respiratori dell’ospedale di Brescia e vi ringraziamo.
Purtroppo lo sciacallaggio mediatico ha fatto sì che non si comprendesse cosa fosse successo da un punto di vista tecnico e pratico, e di come fossero state realizzate effettivamente queste valvole.
Ci teniamo a fare chiarezza e cultura riguardo la stampabilità degli oggetti. Citiamo a tal proposito anche l’articolo di Help3D.
Le tecnologie in gioco (come sottolineiamo sempre) dietro il nome “stampa 3D” sono tante e differenziate per scopi, budget, macchinari e materiali.
Con le tecnologie a disposizione nel nostro Fablab non è possibile realizzare il prodotto finale (le valvole) dell’aspiratore come indicato dalla procedura descritta dai ragazzi di Isinnova.
Abbiamo anche contattato i ragazzi dando disponibilità per qualsiasi tipo di supporto.
Girano inoltre diverse bufale riguardo a tutta la questione, i ragazzi NON sono stati denunciati e preferiamo darvi il link che riporta per bene ed in modo oggettivo tutta la storia: Link all’articolo
Ci teniamo a diffondere il video dei ragazzi che hanno realizzato prima il prototipo e poi le stampe:
Oggi è ancora più importante non dare credito a tutti i link e le notizie che girano. Come sempre conviene incrociare almeno 3 fonti, soffermarsi a leggere in modo preciso i testi e le informazioni prima di condividerli.
Non dobbiamo diventare vettori di false notizie.
L’informazione è una cosa seria.
La cosa bella da raccontare a proposito di questo episodio è che si è attivata una grande community che riunisce fablab, makerspace, makers, appassionati e professionisti e che vuole provare a dare una mano a combattere il COVID-19. Link al gruppo.
E’ difficile mettere d’accordo tante teste e catalogare e strutturare tutte le competenze in gioco.
Il consiglio che diamo è quello di confrontarsi con i gruppi locali o con cui siete più vicini: tra questi fablab, consorzi, hackerspace, makerspace, LUG ecc..
Perchè? Perchè apprezziamo la forza di volontà e l’impegno di tutti ma l’applicazione di metodi e tecniche per progetti medico/scientifici è particolarmente complicata e richide molte validazioni.
La community del Syskrack Lab sta studiando approfonditamente (insieme al network delle Officine Mediterranee) la questione da diversi punti di vista e con diverse figure professionali (biologi, chimici, ingegneri…) proprio per provare ad elaborare prototipi e progetti funzionali utili a contrastare il contagio.
Le iniziative del Syskrack Lab per il contrasto al COVID-19
Stampa 3D di mascherine con le stampanti 3D
La questione è molto delicata.
Stiamo testando diversi prototipi per diverse tipologie di utilizzo.
Diffonderemo TUTTO I RISULTATI E GLI SVILUPPI e i progetti scaricabili, nei prossimi giorni.
Stiamo testando diversi materiali e quelli ideali per la sua realizzazione hanno dei costi alti.
Qualsiasi tipo di supporto è bene accetto e noi stiamo provando a fare la nostra parte.
Vogliamo creare qualcosa che si avvicini alle FFP2/FFP3 data l’elevata richiesta dagli enti e dagli organi di tutela più esposti al contagio.
Non appena avremo dei prototipi validi diffonderemo i sorgenti, le BOM e tutto ciò che serve a patto che siano ricondivise con la stessa licenza e soprattutto funzionali e senza false aspettative.
A tal proposito citiamo un articolo scientifico che a riguardo dice:
Una maschera protettiva può ridurre la probabilità di infezione, ma
non eliminerà il rischio, in particolare quando una malattia ha
più di 1 via di trasmissione.Quindi qualsiasi maschera, non importa quanto sarà efficiente nella filtrazione o quanto sarà buona la tenuta, avrà effetto minimo se non viene utilizzato in combinazione con altri misure preventive, come l’isolamento dei casi infetti, l’immunizzazione, il buon galateo respiratorio e la mano regolare l’igiene.
Una maschera facciale improvvisata dovrebbe essere vista come l’
ultima alternativa possibile se una fornitura di maschere facciali commerciali è non disponibile, indipendentemente dalla malattia contro la quale può essere richiesto per la protezione.
Maschere facciali fatte in casa improvvisate possono essere utilizzati per aiutare a proteggere coloro che potrebbero potenzialmente, per
esempio, essere a rischio professionale da vicino o frequente
contatto con pazienti sintomatici.
Tuttavia, queste maschere fornirebbe a chi lo indossa una scarsa protezione dai microrganismi, e sarebbero quindi inadatte a un utilizzo a prossimità di persone infette.
Di conseguenza, non raccomandiamo l’uso di maschere facciali fatte in casa come metodo per ridurre la trasmissione di infezione da aerosol.
Testing the Efficacy of Homemade Masks: Would They Protect in an Influenza Pandemic?
Consigliamo fortemente la lettura di questo articolo, sia perchè tratto da fonti autorevoli, sia perchè è stato scritto nel 2013, in un periodo molto lontano da questo e quindi non scritto per alcun interesse.
Di seguito il link alla pubblicazione di Anna Davies, Katy-Anne Thompson, Karthika Giri, George Kafatos, Jimmy Walker and Allan Bennett Testing the Efficacy of Homemade Masks: Would They Protect in an Influenza Pandemic?. Disaster Medicine and Public Health Preparedness, Available on CJO 2013 doi:10.1017/dmp.2013.43: LINK ARTICOLO.
Maschera di emergenza per respiratori ospedalieri

Il più interessante dei progetti al momento realizzabili da noi e dagli “home makers” è la modifica stampabile di una maschera Decathlon (la versione Easybreath da snorkeling). Maggiori informazioni le trovi qui: https://www.isinnova.it/easy-covid19/
La stampa si fa in PLA (il materiale da stampa 3D FDM più diffuso) e siamo già iscritti sul sito ufficiale EasyCovid, a disposizione di tutti gli ospedali che ne hanno bisogno.
Se serve, condividi la notizia e “aiutaci ad aiutare” chi ne ha bisogno.
Se hai bisogno di noi, non esitare, commenta qui sotto o contattaci.